SOLI  D’AGAVE

E’ ancora estate qui alla fine di novembre,
stupisce ancora l’agave fiorita
di cinque soli
tra i sassi e la dicondra repentina.
In me, come smarrita,
ogni memoria sfuma, come il guizzo
di questo fuoco inutile che brucia
solo per compagnia al morire della sera.

Niente, credevo, avrei dimenticato,
perché alla mente
ho inchiodato i pensieri,
ho impresso anche i ricordi
che ieri avrei voluto cancellare.
Ora mi sfugge anche il profilo
resta immoto lo sfondo
di questo mare torvo ove s’è perso
il mio sguardo a seguire lontananze.

E’ salmastro anche il vino che mi porge
la vecchia donna del contrabbandiere
morto l’altr’anno.
“Era anche lui poeta  - dice -  in mare
disegnava il mio nome con la schiuma
del motoscafo quando ritornava”.

E noi, contrabbandieri di speranze,
cosa disegneremo con la scia
delle navi da guerra?   Ed io, poeta,
spacciatore cosa ti avrò portato
alla fine del viaggio?   Che dirai
di me, mia donna, quando porgerai il tuo vino?

E sarà ancora estate in questa terra,
coi cinque soli d’agave fiorita
sul finir di novembre.

 

© Francesco Indini 2010