PER  IL   MIO  COMPLEANNO
          Questo  strano miscuglio
            di  sacro e di profano,
            quest’impasto  di polvere ed essenza,
            questo  perfetto intruglio
            di  elementi di chimica e respiro
            che,  con pazienza,
            ormai  da cinquant’anni
            mi  porto appresso, amo, detesto e ammiro,
            vorrei  che finalmente sotterrasse
            l’ascia  di guerra,
            le  sue contraddizioni, la sua boria
            e,  se l’avesse, un po’ della sua storia.
            Quella  fatta d’inutili rimpianti
            e  di amori perduti,
            quella  degli insuccessi più brucianti,
            quella  dei giorni vuoti,
            degli  amici dispersi,
            
delle frasi disperse,
            

delle grida disperse,
            


del dolore disperso.
            Vorrei  che il mezzo secolo vissuto
            gettasse  via la maschera
            e  mi riconoscessi, finalmente,
            per  quel che sono stato,
            oltre, forse, un poeta.