L’OLANDESE VOLANTE

T’avrei raggiunta solo se una voce
avesse vinto l’urlo del libeccio
su questi scogli dove la risacca
infuria levigando antiche pietre,
dove si consuma
il mio passo di naufrago tra cocci
di conchiglie e relitti scheletriti.
Ho udito solo il rombo del cannone
oltre gli spalti dove cerca il guado
il vascello che ha perso la sua rotta
coi tredici corsari accovacciati
sul baule del morto (e una bottiglia
di rhum).
Dopo, soltanto il grido
disperato, struggente del gabbiano
sulla scia dei navigli.
Tu non c’eri
mentre salpava l’ancora il vascello-
-fantasma: sulla prora, irrigidita,
l’anima mia, polena tra sberleffi
di marosi schiumanti, a governare
l’Olandese Volante.

 

© Francesco Indini 2010