ED  ASPETTARTI   ANCORA
          Tenera  ti conosco
            eppure  strade percorri impervie
            nella  mia mente e nei pensieri tracci
            remoti,  inaccessibili sentieri
            dove  silente l’anima cammina,
            dove  soltanto volano sparvieri
            predatori  di luce.
            Giorno  ti fai, vestita di chiarori
            di  labbra e sguardi,
            di  epidermici abbagli, di fulgori
            di  bianche dita e le mie notti rompe
            la  tua presenza d’alba primordiale.
            Se  t’inseguo ti perdo,
            se  da te mi distraggo sono sale
            che  si fa pietra alla scogliera,
            vento  che a sera
            scuote  fronde sonore e soglie mute.
            Quando  averti potrò?   Quando l’attesa
            di  te sarà compiuta e il tuo contorno
            si  staglierà sui frangiflutti abrasi
            dove  salmastro si corrode il giorno?
            E  se mai non t’avessi?   Quanti occasi,
            quanti  quieti ritorni di marea
            vivrei  tra questi limiti sconnessi
            prima  del liquefatto smarrimento
            che  mi facesse riccio, alga, murena?
            E  dopo, nel translucido silenzio
            dove  splende sonora
            la  quiete dei coralli,
            piano  fluttuare ed aspettarti ancora.