Coco Lafungia



Caro fratello
come già ti ho contato nella preceduta lettre appena che nele hanno cacciati di casa collo spratto io e moglierima siamo trasloquiati a casa di figlioma Annita di cui ave del primo giorno che non prendo pace per l’imbarazzomento e mò ti conto.
Devi sapere che la casa di figlioma è uno sponderio che ti perdi e mio scenero è fatta l’arredazione tutta moderna che i mobbili parono apparecchi arreazione e ci stanno puramente incerti quadri penduti che ti prendi paura che li vedi.
Basta la prima notte io e moglierima siamo dormuti sulle reti del salotto e datosi che mi avevo ligrenuto per via del trasloquio ho prenduto sonno senza dire neà nebbà.
Il cramatina mi ho discetato a primora all’uso mio che mi stavo schiattando dorinare e mi ho alzato ammutante per andare a cabinetto la quale caro fratello mi tici tu chicazzo lo trovava con tutti quei ballaturi pieni di porte?
Alla fine proprio quando mi stava scoppiando la vissica sono indirizzato la porta giusta e ho trasuto di cui ho rimasto trassè colato a vedere che ci stvano tre quattro settaturi a forma di tonobbili di corsa coi tampagni rossi che non sapevo dove s’orinava e dove si andava del corpo e datosi che non facevo attempo a fare pimpimpella ne sono scoppolota uno a mele e bene e mi ho liberato grazzie addio che dopo non sapevo como cazzatora tirare lo scarico essendo che non ci stava catena.
E questo noè niente se pensi che ho andato nella cucina che magari mi facevo il cafè e mi ho trovato davanti una filera di stipi quatrati tutti uguali che parevano baugli se tra lo quale mi dici tu dove stava il focalire? Allora a cautela che non mi perdevo un’altra fiata nei ballaturi mi ho assettato a una seggia pure quatrata e sono aspettato con santa pacienza che si alzava figlioma la quale come che ha venuta gli sono detto che cucina d’imberda è questa e lei mi ha detto che sei un atiquario e che hai rimasto al tempo di Pappagola e che questa è una cucina moterna dove pure le patelle tengono la pressione così cucinano più di pressa.
Eddecco che a mezzadia proprio accausa della pressione delle patelle il galluccio che si abbiamo mangiati sapeva di rapevavoli e i rapecavoli sapevano di galluccio di cui gli sono detto a figlioma che portava le patelle dal dottore che gli faceva discendere la pressione.
La sera poi ci abbiamo litigati quasi che per andare dentro al salone dove che ci sta la televisione figlioma voleva che mi mettevo due pezze sotto le scarpe e che camminavo strascinando strascinando como un carnovale e io gli sono detto che colle pezze si poteva pure stusciare e che io camino como mi pare eppiace.
Murale e legno como che ci abbiamo corcati gli sono detto a moglierima che facciamo attempo che ci troviamo di pressa una casa fuori a campagna dove che nella cucina ci sta il focalire e le patelle non tengono la pressione e il mangiare viene buono e il cacaturo sta fuori all’ortale e ci sta puramente la catena dello scarico e dove puoi camminare pure alla scalzata che nessuno ti rompe la guallera.
Caro fratello ti saluto che mi devo mettere subbito alla cercola della casa nuova eppoi ti tico.
Raccogli tutte le mie fettuosaggini.
Tuo fratello.

COCO LAFUNGIA

 

© Francesco Indini 2010